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La Strada del Futuro.Indicazioni per il disegno delle strade secondo i principi di "sicurezza durevole" in Olanda.
di:  Annette Merkus  <A.Y.Merkus@iol.it> 
data: 10 aprile 2000 
vai alla lettera seguita a questo articolo

Follow-up: 27/9/2000 Alex Mengozzi (progetto "VianDante") scrive ad Annette Merkus parlando della Strada SS67 della Val Montone in RomagnaVai al contributo di Alex Mengozzi
Un contributo di una progettista olandese che da anni lavora in Italia, sull'evoluzione del modello olandese di uso dello spazio stradale .
Vai al punto Fig 1, Classificazione di strade
vai al punto Fig 2 , strada di flusso
vai al punto Fig 3, strada di connessione
vai al punto Fig 4, strada residenziale
vai al punto Fig 5, un erf
vai al punto Fig 6, Simulazioni dei flussi di traffico
vai al punto  Fig 7, Spazio di frenata a varie velocità (ZOOMABLE)


NOTE
Introduzione
Questa breve nota vuole illustrare alcuni concetti del programma olandese per la sicurezza durevole del traffico, come sviluppato dal ‘Ministerie van Verkeer en Waterstaat’ , ed attuato dalle autorità locali in collaborazione con gli enti gestori delle strade.
Il programma dà indicazioni per sviluppare piani del traffico in concordanza con i principi per la sicurezza stradale, che si potrebbero riassumere nei seguenti tre passaggi:

Primo passo:
Classificazione delle strade in tre categorie, a secondo delle loro funzioni:
1. Strade residenziali: strade che assicurano l’accesso alle residenze e/o agli esercizi commerciali e che svolgono inoltre le funzioni per la permanenza in strada (passeggio, gioco);
2. strade di connessione: assicurano l’accessibilità ai quartieri residenziali od altre zone di interesse comunale/comprensoriale;
3. strade di flusso: assicurano lo smaltimento efficace del traffico di attraversamento

Fig. A - Classificazione della rete stradale di un comprensorio




1 strada di flusso

2 strada di connessione


3. strada residenziale

Fig. B - Tre tipi di strade


Secondo passo: 
Definizione delle zone all’interno del territorio (comunale/comprensoriale) nelle quali valgono regole particolari, rafforzate da interventi mirati sulla morfologia stradale. Non si tratta solamente di interventi per la realizzazione delle famose ‘zone-30’, ma anche di interventi meno noti, ad esempio per realizzare ‘zone-60’ all’esterno dei nuclei abitati (Specie sulle strade con traffico misto: bici, trattori, automobili) o per imporre velocità di progetto di 50 o 80 km/h. 

Terzo passo:
Verifica della corrispondenza tra la funzione assegnata alla strada e l’attuale morfologia stradale.

Importanti parole chiave sono:
· la funzione della strada
· la forma dell’infrastruttura
· le regole di uso della strada
· l’uso effettivo che gli utenti fanno della strada

Forma e regole devono far sì che l’uso della strada corrisponda alla funzione assegnata a quella strada da parte del gestore/pianificatore.

Un corretto allestimento può
· scoraggiare l’uso improprio dell’infrastruttura (es. ‘scorciatoie attraverso i quartieri residenziali per evitare eventuali tempi di attesa sulle vie di comunicazione)
· minimizzare il numero di incontri tra elementi di traffico disomogenei (con un alto grado di divergenza in velocità, direzione, massa e vulnerabilità)
· assicurare la maggiore prevedibilità del comportamento dei vari utenti della strada.

Il soddisfacimento di questi tre obiettivi garantirebbe un notevole miglioramento delle condizioni di sicurezza delle strade.
Classificazione delle strade ed interventi fisici sulle sedi stradali per imporre velocità moderate e per dividere le varie categorie di utenti della strada sono utilissimi a questi scopi: aumentano la chiarezza sul comportamento che l’utente deve tenere e, nel contempo, su quello che si può aspettare da parte degli altri utenti.

Fig. C - Esempio di una ‘zona di permanenza’, un ‘erf’


Simulazione dei flussi di traffico

Anche interventi modesti, come la riorganizzazione di un incrocio o l’adeguamento della sede viaria per imporre una velocità di percorrenza ridotta, possono destare preoccupazioni per le possibili ripercussioni sull’intero sistema di mobilità (es.: Si creerà un ingorgo continuo all’incrocio? o: il disturbo da traffico si sposterà dal punto d’intervento ad altre zone, anche più vulnerabili?)
In queste circostanze, e quindi non solo nel caso della progettazione di nuove infrastrutture, può essere d’aiuto ricorrere a modelli informatici di simulazione del traffico.
Si può simulare il funzionamento dell’intera rete stradale comunale/comprensoriale e quindi vedere gli effetti sul sistema determinate da interventi di regolazione (di incroci, sensi unici etc.) e/o da interventi fisici (restringimento di carreggiate ed altri interventi) per ridurre la velocità di percorrenza.
In alternativa, o come approfondimento ulteriore, si possono effettuare simulazioni di dettaglio (microsimulazioni) su singoli incroci o nodi complessi all’interno della rete.

Fig. 4 - Simulazione dei flussi di traffico



Sicurezza e vivibilità

In primo luogo, ovviamente, gli interventi per la sicurezza stradale mirano ad una riduzione del numero di incidenti, specie degli incidenti con danno alla persona. L’alto numero di vittime della strada è un fatto inaccettabile e deve essere al giorno d’oggi una delle principali preoccupazioni di chi si occupa di progettazione stradale.
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Fig. 5 - Spazio necessario per la frenata dell’automobile a varie velocità

Ci sono tuttavia, altri aspetti della crescita della motorizzazione che risultano sempre meno accettabili ad una percentuale crescente della popolazione. Le obiezioni contro il corrente modello di mobilità spaziano da preoccupazioni ambientaliste per la preservazione delle ricchezze paesaggistiche di flora e fauna e per la salute umana, a proteste contro la fattiva esclusione di ampi gruppi della popolazione dall’uso della strada. Qui si parla prevalentemente di bambini, di anziani o di handicappati, ma in verità tutti noi, appena scendiamo dall’automobile, ci troviamo ad appartenere alla categoria degli ‘utenti deboli’ della strada. 

Un diverso allestimento delle strade può aumentarne la vivibilità ed attenuare gli effetti negativi del traffico motorizzato sull’ambiente.
Misure restrittive - in termini di spazio fisico e di regolazione per l’uso dell’automobile possono ritagliare lo spazio vitale per altri modi di spostamento e dare il respiro necessario perché si possano sviluppare altri usi della strada, come il gioco, il passeggio, il trovarsi e stare in compagnia.


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