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Oggetto: Insegnare Progetto di Strade in Eritrea
Data: Sunday, October 22, 2000 7:20 PM 
Da: "Antonino Venuti" <venuti@eol.com.er>
A: "geom. Carlo Bosia" <pcbosia@tin.it>

la lettera  |   la risposta  |   la replica  |
(una lettera) Un professore italiano ad Asmara (Eritrea) chiede aiuto per insegnare meglio ai ragazzi di un paese africano in guerra. Toccante è la constatazione della diversità e del gap tecnologico nel settore formativo e nella disponibilità di mezzi rispetto a quelli ostentati dai tecnici occidentali. 
Che fare per sviluppare un modello formativo moderno, che non aumenti le distanze tra primo e terzo mondo? Come sviluppare una cultura progettuale innovativa ma adeguata alla realtà dei paesi in via di sviluppo e non subalterna ai modelli occidentali?

(una risposta) G. Di Giampietro risponde al professore e propone una discussione sul tema di una cultura dei trasporti "sostenibile" e autonoma.

(replica) La replica del professore di Asmara, riporta ai temi concreti  della disponibilità di strumenti tecnici per l'insegnamento della topografia e la richiesta di aiuto. Estendiamo questa richiesta a quanti possono dare una mano al lavoro generoso del professore in Africa.



BIBLIO e RIFERIMENTI
Bahrel-Hennion, 1982
Taking Steps, 1999
World Bank URL

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Gentile sig Carlo Bosia, 

 sono un professore italiano che insegna all'Istituto Tecnico per Geometri di Asmara, Eritrea. 
 Quest'anno vorrei insegnare qualcosa in più sulla progettazione stradale  agli allievi utlizzando dei computer che finalmente sono in dotazione, non sorrida, io sono e lavoro in Africa, e i soldi ci arrivano col contagocce, anche dal Ministero Affari Esteri. 
Due anni fa abbiamo acquistato, grazie alla bontà della Leica Roma che ci ha fatto un prezzo particolare, una piccola stazione totale con la quale  possiamo fare dei rilievi, e ho un vecchio programma  per la progettazione stradale che aimè gira in dos. Si figuri che non prevede il mouse e con Windows zoppica.
Ciononostante l'anno scorso i miei allievi sono riusciti, con pazienza certosina a realizzare dei progetti stradali su un piano quotato immesso piano piano, da tastiera: 1200 punti. Se non c'è la zappa si scava con le mani.
Strumenti non ne abbiamo granchè, un paio di squadri e un livello di incerta fattura semiregalato da un cappuccino, quando sono arrivato c'erano solo pezzi di strumenti topografici databili agli anni 30 - 40 ovviamente non funzionanti. Le prime paline ce le siamo fatte costruire da un falegname locale.
In che modo mi può aiutare a preparare dei ragazzi che, escono da anni di guerra, con pochi mezzi, e si trovano ad affrontare un mondo dove tecnici stranieri, tutti muscoli e coca cola, sfoggiano GPS che loro a scuola non potranno mai vedere? Dove si parla di SIT e i nostri ragazzi, se tutto va bene, posso vedere Autocad per 2 ore la settimana e in due o tre per computer? Cosa posso fare? Ad Ingegneria a Roma non mi hanno insegnato a fare miracoli, per due giorni abbiamo avuto la fortuna di un collegamento provvisorio con Internet, per questo, grazie a Copernico, ho scoperto il suo sito, ma finirà domani, in ogni caso abbiamo il collegamento email.  Il mio indirizzo lo ha in automatico. 
Pensi che gli allievi geometri che ho sono solo eritrei e in tanti anni di  insegnamento in Italia non ho mai avuto allievi così volonterosi e capaci. 
Questi ragazzi per anni hanno sentito passare sul loro capo aerei da guerra durante le lezioni e anche esplodere bombe, e ognuno di loro ha più di un parente sotto le armi, il che ha significato e significa "in guerra", dei parenti non hanno notizie da anni, qui non si usa, alla fine si contano i morti e i feriti. I ragazzi vivono quindi in condizioni non normali e lo spiegamento delle forze internazionali non garantisce nulla. Altrimenti non mi esporrei, come faccio volentieri, per chiedere qualcosa fosse solo un consiglio. 
Ho visto sul suo sito notizie interessanti, ma non ho potuto scaricare nulla, problemi tecnici locali.  In ogni caso grazie per la sua risposta. 
Il mio indirizzo è: 
Prof. Antonino Venuti 
P.O. BOX 5554 
Asmara 
ERITREA 

il mio indirizzo e-mail è 
venuti@eol.com.er
eol significa Eritrea On Line 
er è il codice dell'ERITREA 

P.S. qui l'email è carissima, ci fanno pagare 50.000 per ogni Mb.di posta, sorrida e pensi che quando torno in Italia sorriderò anch'io. 


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Lettera ad un professore (Insegnare in Eritrea)

Da: G. Di Giampietro <digiampietro@iol.it>
A: Carlo Bosia <bosia@ativa.it>,
A: "prof Antonino Venuti, Asmara ER" <venuti@eol.com.er>
 

Milano 24/10/2000 

Anch'io insegno progetto di strade ed infrastrutture, in  una ricca regione italiana, a professionisti e tecnici italiani che possono pagare le tecnologie e la formazione . Leggendo la lettera segnalata da Carlo Bosia, che ringrazio, mi domando cosa fare per aiutare il giovane professore italiano di Asmara. 
Mi viene in mente che piuttosto che invidiare le tecnologie hi-tech di Autocad, Gps e Sit sarebbe importante riuscire a trasmettere una cultura moderna, ma autonoma e compatibile con le risorse, le esigenze  e le possibilità del territorio nel quale si opera. Non sorrida il professore di Asmara nè i lettori italiani,  ma nel campo della formazione tecnica e della professionalità come in quello della gestione dei trasporti ho in mente un modello di mobilità sostenibile, centrato sull'uomo piuttosto che sulle infrastrutture, sull'accessibilità piuttosto che sulla mobilità. E  non è un modello perdente nè pautperista quello della cultura della sostenibilità. Anche le tecnologie come i modelli progettuali sono diversi. 
Sto pensando a riferimenti tecnici e culturali per la progettazione adatti alle ristrettezze di un paese in via di sviluppo. Penso ai manuali del vecchio CETUR francese per i paesi in via di sviluppo. 

Dall'Archivio Webstrade estraggo una vecchia scheda: 

  BAEHREL Claude, HENNION Régis (a cura di 1982), Manuel d'Urbanisme pour les pays en developpement. Vol. 4 Les Transport Urbains, Rèp.Française Min. des relations extérieures-Coopération et Aménagement, Paris-CETUR, Bagneux (F), 344 p., ill, bibl. 
    Opera in 6 volumi con contributi di diversi enti francesi, CETUR,DAEI, IAURIF,Università) per i paesi in via di sviluppo (PVD) Parte 1 cap.1-4): I trasporti nei PVD, il contesto locale, domanda e offerta. Parte 2 (cap.5-9): Il piano. Il rapporto urbanistica-trasporti, impatti della forma urbana, tecniche dei trasporti, pianificaz. trasporti. Parte 3: Allegati tecnici, bibl, schede.  <Manuali, pianif.Trasp., effetti indotti forma urbana, PVD, France>
Penso ad un altro manuale recente scritto da europei (olandesi) per la gestione della mobilità urbana nei paesi del terzo mondo. 
TAKING STEPS: A Community Action Guide to People-Centred, Equitable and Sustainable Urban Transport. Written and compiled by A. Rahman Paul Barter and Tamim Raad for the Sustainable Transport Action Network for Asia and the Pacific (the SUSTRAN Network). fig, tab, bibl, 120 p, 12 US$, March 2000.  URL:   http://www.geocities.com/RainForest/Canopy/2853/index.htm <Manuale pianificazione trasporti urbani sostenibili, PVD, equità, sicurezza, pedoni, bici, TP, piano urbano e trasporti, gestione della domanda, governance, links, address, resources> specimen PDF e HTM scaricabili dal sito>.
Si vedano anche i nuovi orientamenti sui temi dei trasporti urbani della Banca Mondiale 
http://wbln0018.worldbank.org/transport/utsr.nsf


Invito anche altri a discutere il tema, e chiedo l'autorizzazione all'ing Antonio Venuti (il professore di Asmara) di pubblicare la sua lettera sull'e-magazine Webstrade (http://www.webstrade.it). 
Io per parte mia offro da subito quello che ho. Invierò l'e-magazine Webstrade all'indirizzo di Asmara e metto a disposizione gratuitamente i CD ROM dell'Archivio Webstrade, anche se credo che sia necessario mettere a punto tecnologie, modelli di riferimento e metodi progettuali meno occidentali di quelli da me raccolti nel CD e più legati allo specifico locale dei paesi africani. 
 

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Quello che ci serve veramente  (replica del professore di Asmara)

Data: Tue, 07 Nov 2000 19:53:23 +0300
Da: Antonino Venuti <venuti@eol.com.er>
A: digiampietro@iol.it
 

Gentile Professor Di Giampietro
La ringrazio del suo interessamento, quanto Lei mi dice mi potrebbe essere molto utile per aiutare i tecnici locali incaricati del coordinamento e progettazione delle strade. I miei allievi geometri hanno problemi diversi, quali imparare a tracciare le curve stradali o progettare un strada partendo dal tracciolino, lei correttamente mi prospetta il tema della progettazione stradale ad un livello più alto di quello che posso affrontare con i miei ragazzi di 18 anni, ma ne posso trarre spunto per cercare di fare elaborare delle riflessioni su questi temi.
I tecnici che conosco non sono al nostro livello. La loro conoscenza della problematica stradale è più essenziale.
Ho sorriso quando ho letto il suo apprezzamento di "giovane", la ringrazio, ma non credo di esserlo anagraficamente, spiritualmente si, e come voglia di fare sono peggio di un diciottenne.
Grazie di quanto potrà fare e di quanto ha fatto.
La prego se può di sottolineare che qui serve tecnologia, programmi,attrezzature topografiche, anche desuete, ma ancora didatticamente importanti. Ai ragazzi il teodolite glielo racconto, noi non lo abbiamo.
Per quanta riguarda il risvolto negativo di una tecnologia avanzata in un paese in via di sviluppo ho delle perplessità.   Ad esempio a scuola non abbiamo nulla riaguardo la fotogrammetria e qui in Africa si passa dall'analisi delle foto aeree alla progettazione di massima senza dover
tracciare curve di livello. High tech.? certo, ma si lotta contro il tempo, contro tutto quello che non c'è e non si ha il tempo di fare, perchè non si ha la possibilità di avanzare a gradi come noi abbiamo fatto, ma si deve portare in fretta i paesi in sviluppo in grado di esistere e si
sopravvivere su un mercato mondiale, anche altamente tecnologico. Preferei avere per la restituzione un ELAVA che uno stereodigimetro didattico, si deve correre, anche con la conoscenza. 
Gli strumenti topografici che qui si usano sono le stazioni totali, e dubito molto che tanti geometri che li usano possano cavarsela altrettanto bene con un T2 che noi conosciamo. Come topografo sono proprio vecchio, mi ricordo ancora le vecchie calcolatrici portabili a tracolla che ci aiutavano a sommare i logaritmi o facevano le moltiplicazioni quasi esatte.
Qui non abbiamo i Punti Fiduciali, se vuoi sapere dove sei usi il GPS. O scommetti sulle vecchie coordinate calcolate 30 anni fa. Meglio il superenalotto.
Ancora grazie di cuore.

Antonino Venuti 
<venuti@eol.com.er>

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