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Piano
del traffico di una cittadina abruzzese. Una storia infinita.",
Pubblicato, in parte, su IL MESSAGGERO. Ed. Abruzzo 25 Agosto
2005,
Si racconta la storia di un piano
urbano del traffico, della trasparenza e di come funziona la partecipazione
dei cittadini alle scelte di pianificazione nella quinta città d'Abruzzo.
Una storia esemplare ma purtroppo non unica.La piccola storia descrive
un assurdo teatro in cui una città, e un'area nevralgica dell'area
metropolitana pescarese, che è gravata da problemi di congestione,
incidentalità, inquinamento da traffico, rumore e carenza di parcheggi,
in 10 anni non è riuscita a darsi un piano per affrontare tali problemi.
Tuttavia, ogni giorno politici e decisori locali inventano soluzioni fantastiche
e contraddittorie per risolvere i problemi di mobilità, parcheggi
e sviluppo urbano, ma senza preoccuparsi di conoscere con quali dati e
con quale realtà hanno a che fare. L'incredibile storia di un piano
del traffico di una cittadina di mediedimensioni che pare una storia infinita.
Tanti incarichi nessun piano.
Non è solo di un piano che
abbiamo bisogno, ma del diritto di conoscere,
discutere e partecipare alla ricostruzione
della nostra città. E si tratta di un diritto che nessuno ci può
negare. |
IL
TESTO DEL DOCUMENTO |
Montesilvano, 24 Agosto 2005
Il Piano del Traffico di Montesilvano. La storia
Infinita.
Da un cittadino è stata fatta richiesta
al Comune di Montesilvano di copia della
delibera con cui, nell’ottobre 2004, era stato
assegnato un nuovo incarico di
consulenza per la redazione del Piano Urbano del
Traffico della città, ma la
domanda è stata respinta perché
non si evincerebbe dalla richiesta stessa
l‘interesse diretto e concreto per l’accesso agli
atti.
In realtà, sig. Sindaco, c’è un
interesse imperioso a voler conoscere come
l’Amministrazione intenda affrontare il problema
del traffico in città, e quelli
drammatici delle code sulla strada statale, degli
incidenti, degli inquinamenti
da traffico e del rumore, quello dei parcheggi
e delle alternative all’automobile,
problemi che riguardano la città e tutto
il settore Nord dell’area pescarese (le
relazioni con Pescara, Città Sant’Angelo
e Silvi). Sono oltre dieci anni che
Montesilvano dovrebbe avere un piano per affrontare
tali problemi, appunto il
piano urbano del traffico, ma tutt’ora ne è
privo, e gli effetti si vedono tutti i
giorni.
Il comune di Montesilvano è obbligato per
legge alla redazione del cosiddetto
PUT ai sensi dell’art. 36 del D.L.vo 285 del 1992,
il Codice della Strada,
essendo comune con più di 30.000 abitanti.
Pur essendo tale obbligo di legge
vigente da oltre un decennio, attualmente il comune
è ancora privo di tale
strumento, si configura pertanto una omissione
rilevante da parte dello stesso
ente, ed è di interesse collettivo la conoscenza
dei modi e dei tempi con cui a
tale obbligo si intenda ottemperare. Pertanto
l’interesse ai contenuti delle
delibere è legittimo anche per qualsiasi
cittadino del comune.
Non ci aspettiamo che il piano del traffico faccia
miracoli o che risolva di colpo
tutti i problemi, ma perlomeno esso permetterebbe
di analizzare i fenomeni in
atto, di diagnosticarli e di predisporre una terapia.
Ed in ogni caso la
presentazione delle analisi del piano, la discussione
delle proposte e la
valutazione delle alternative di intervento dovrebbero
essere delle grandi
occasioni per riflettere sulle condizioni della
città attuale e sulle strategie per
migliorare il sistema della mobilità, in
un’ottica di area metropolitana e con
un’attenzione alle strategie urbanistiche e a
tutti i modi di trasporto (il
trasporto pubblico, la bicicletta, i percorsi
pedonali, i parcheggi). Proprio tutto
ciò su cui manca una adeguata discussione
ed un sereno confronto.
Leggiamo sui giornali le dichiarazioni degli amministratori
locali che il problema
dei parcheggi sul lungomare si risolverà
con dei megasilos a ridosso della pineta, ma mentre ci pare inverosimile
una soluzione del genere, ci
domandiamo come mai il problema dei parcheggi
non sia stato affrontato nel
recente Piano Regolatore o analizzato a fondo
in un Piano del Traffico.
Ugualmente è ormai un tormentone quotidiano
la disputa su cosa fare della ex
sede ferroviaria, la cosiddetta strada parco.
Ma mentre sentiamo le
dichiarazioni più contrastanti e fantasiose
sul suo riuso: passeggiata
ciclopedonale, filovia, metropolitana sopraelevata,
strada locale, non siamo
riusciti ad avere un minimo di dati e studi comparativi
sui problemi della
mobilità dell’area, sulle alternative di
intervento, sui costi, tempi, efficacia delle
soluzioni. Ma ognuno ogni giorno pensa di aver
trovato la soluzione geniale e
definitiva del problema e lo comunica alla stampa.
Nel frattempo anneghiamo
nei fiumi di auto e nei miasmi del traffico, come
ci ricorda il prof. Torlontano.
Incredibile storia quella del PUT di Montesilvano.
Negli anni 80 un tecnico
locale ottenne un incarico per un piano del traffico
che non si sapeva bene cosa
dovesse essere. Ne uscì un progetto essenzialmente
edilizio di miniparcheggi e
megastrutture per la sosta, ma in sostanza il
problema del traffico non veniva
affrontato. Alla fine il tutto si è trasformato
nell’occasione per la richiesta di
una megaparcella professionale all’Amministrazione,
con relativo contenzioso e
cessione dei diritti di recupero crediti. Nel
1999 un nuovo incarico di PUT
veniva affidato al dirigente del settore urbanistica,
arch. Canale, che non ha le
competenze specifiche del settore, ma a Montesilvano
è il factotum, ed ha
firmato tutto, dal Piano regolatore alle rotonde
sul lungomare, alle fontanelle,
ai giardinetti rionali. A sei anni di distanza
tale incarico è ancora vigente. Esso
è stato accompagnato da consulenze, forniture
di servizi per rilievi e analisi,
ma ancora un piano del traffico non c’è.
E non è possibile leggere i risultati
degli studi fatti e discutere dei problemi, delle
alternative e delle soluzioni
ipotizzate.
Non aspettiamo il supertecnico che ci proponga
la soluzione finale, ma poiché il
problema non è solo tecnico e tutti noi
dovremmo cambiare un poco le nostre
abitudini, vorremmo partecipare anche noi alla
discussione sul futuro della
nostra città. Si potrebbe cominciare con
il garantire il diritto di accesso agli atti
e col fissare una scadenza per la presentazione
pubblica degli studi del PUT,
aprendo il via ad un confronto che non potrà
che migliorare l’efficacia delle
soluzioni tecniche ed il senso di appartenenza
dei cittadini alla propria città.
Giuseppe Di Giampietro
digiampietro@webstrade.it - www.webstrade.it
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