.
.
IL TESTO DELL'INTERVISTA
.
Download Documenti
.
.
Milano
città inquinata. Intervista
a Paolo Crosignani, epidemiologo, Il Corriere della Sera 15 Ottobre 2004,
(File TXT-ZIP
3 Kb)
.
Ciclisti
morti a Milano per incidenti stradali, Interrogazione
del consigliere comunale Baruffi sulla sicurezza stradale in città.
(File TXT-ZIP
3 Kb)
.
Massimo
Cacciari. Cambiare Milano, ma come?
Intervista
video al filosofo sul presente ed il futuro della città. Una città
vitale ma manca un'idea complessiva innovativa
(Arco Iris, La TV sul web, Video 20'')
Download
- Scarica il testo di questo articolo,
Intervista
di Di Giampietro a L'Opinione del 24 Ottobre 2004
(File PDF-ZIP
231 Kb) |
L'opinione
della domenica on-line |
|
|
Intervista
al professor Giuseppe Di Giampietro sul traffico di Milano |
“Almeno
Goggi aveva cercato di modernizzare la città” |
di
Alessandro
Da Rold |
|
Il professor
Giuseppe Di Giampietro oltre ad essere docente a contratto di Urbanistica
al Politecnico di Milano, cura anche il sito Internet www.Webstrade.it.
Portale di informazione sui temi della mobilità urbanistica trasporti
e ambiente, fondamentale per capire le realtà del traffico a Milano,
in Europa e nel Mondo. Un centro di documentazione utile per confrontarsi
sui grandi temi della viabilità e soprattutto “per far circolare
idee, che sono necessarie all’urbanistica”. L’abbiamo intervistato, chiedendogli
informazioni e pareri sulla situazione attuale del traffico milanese e
su ciò che avverrà dopo il piano Goggi.
Prof. Di Giampietro, il traffico è
un problema per Milano?
“Innanzitutto bisogna dire una cosa. Milano
è una delle città più inquinate d’Europa (si è
appena saputo che fare due passi in centro equivale a fumare 15 sigarette
al giorno n.d.r.). In questo mi associo in pieno a ciò che ha detto
l’epidemiologo Paolo Crosignani al Corriere della Sera. ‘Se Milano dagli
attuali 60 microgrammi per metro cubo di polveri sottili Pm10 passasse
a 30 microgrammi che è la media delle città dell’Unione Europea
ci sarebbero 1228 morti in meno all’anno’. Il traffico a Milano oltre ad
essere un problema per la viabilità, lo è anche e soprattutto
per la salute dei cittadini”.
Se la nostra salute continua a peggiorare,
c’è stato secondo lei qualche miglioramento dal punto di vista della
viabilità?
“In questi anni Goggi è riuscito
a diminuire l’ingresso delle macchine in centro. Le telecamere, le multe
sono diventate dei veri e propri spauracchi per gli automobilisti. Insieme
al suo staff di tecnici ha deciso di seguire il modello di Londra, ma non
ha fatto come in Inghilterra un’indagine preventiva. Ascoltando anche i
cittadini, che ora infatti continuano a lamentarsi per multe, inquinamento,
traffico, sicurezza. La situazione è migliorata? Fino ad un certo
punto”.
Cosa è realmente peggiorato?
“La sicurezza innanzitutto. Pedoni e ciclisti
sono stati i più penalizzati. La FIAB (Federazione italiana amici
della bicicletta) da anni lotta per modificare alcune norme del codice
della strada. Secondo una sua indagine, dal 1998 a oggi sono aumentati
di circa il venti per cento gli incidenti a pedoni e ciclisti. Questo può
essere ricollegato anche alla politica di Goggi che ha dato importanza
esclusivamente alla fluidità del traffico automobilistico. Le macchine
corrono, a rischio e pericolo degli altri utenti della strada. Questa situazione
scoraggia purtroppo l’uso della bicicletta. Pensi, in un comune piccolo
come Cornaredo l’85 per cento degli abitanti possiede una bicicletta. Ebbene
solo il 5 per cento la usa quotidianamente. Stiamo parlando di un piccolo
centro alle porte di Milano. In città vale lo stesso discorso. Tutti
più o meno possiedono una bicicletta e sono pochissimi ad usarla.
La bicicletta è un mezzo essenziale per spostarsi in città.
Ad Amsterdam e Copenaghen quasi il 30 per cento della popolazione si muove
in bicicletta. Nel centro di Milano solo il 4 per cento, per non parlare
della periferia che si ferma all’1 per cento. È necessario che cambi
la cultura riguardo all’uso di questo mezzo e ciò può avvenire
solamente grazie ad una politica più attenta alla sicurezza sulle
strade”.
Sarebbero utili più piste ciclabili?
“Senza dubbio. Ma le piste ciclabili non
sono l’unico modo per migliorare la viabilità cittadina. A Milano
in questi ultimi anni sono comparse le famose ‘isole ambientali’. Il nome
stesso è un grande bluff. In Europa vengono chiamate ‘zone trenta’
e sono percorsi dove c’è l’obbligo di muoversi ad un limite di trenta
chilometri orari. In queste ‘oasi’ del traffico, pedoni, ciclisti e automobilisti
convivono rispettandosi reciprocamente. A Milano e in Italia tutto questo
non si è mai visto. Insomma grazie a queste isole ambientali non
c’è stato un aumento della sicurezza e non mi pare neppure che i
parcheggi siano aumentati. Anzi ora gli automobilisti mettendosi a lisca
di pesce sui marciapiedi allargati intralciano anche la percorribilità
dei pedoni”.
Il nuovo piano renderà Milano
una città moderna ed Europea?
“Anche nel nuovo piano non sono assolutamente
tenute in considerazione le alternative modali. Non sono tenuti in considerazione
i pedoni, i ciclisti, i mezzi pubblici. L’idea dei loop, cioè anelli
rotatori che incanalano il traffico dal centro verso le arterie esterne,
le cosiddette gronde di arroccamento, non farà altro che aumentare
il traffico sui bastioni. Milano non dispone di parcheggi a sufficienza
per reggere un progetto simile.
A Goggi bisogna dare il merito di aver
cercato di modernizzare questa città. Ha introdotto un modello europeo
che però è rimasto inchiodato al Comune di Milano. Nel futuro
bisognerà ragionare su tutta l’area vasta dell’hinterland metropolitano.
Ma in particolare per rendere questa città finalmente vivibile bisognerà
tenere in considerazioni tutti coloro che fruiscono della viabilità
del centro urbano. Non solo quindi gli automobilisti. La città è
fatta per essere vissuta e non solo per circolare”. |
|
Vai
alla prima pagina sul sito di Opinione.it
|
|
|