![]() |
Bad
practice: Dossi sulla SS 16 /2
La normativa di riferimento Dal caso di Silvi, la realizzazione di un dosso su una strada principale che è fonte di pericolo e insicurezza, la normativa di riferimento su dossi e rallentatori. I motivi della irregolarità dell'opera. I dossi sono una soluzione efficace per garantire la moderazione del traffico e la sicurezza degli utenti deboli della strada? Non sempre. Occorre fare attenzione ai limiti di utilizzabilità di tali dispositivi, e soprattutto al tipo di strada su cui essi sono installati. Un esempio di cattiva pratica da evitare: il caso di Silvi. I contenuti della denuncia. I motivi della irregolarità. Dossi e piattaforme rialzate. Norme italiane ed europee. Soluzioni alternative di intervento. |
|||
| indietro | Vai all'Indice del Regolamento Viario | Indice dei Casi Studio | documentazione | avanti | |
||||
IMMAGINI
ZOOMABILI
Cliccando sulle miniature delle immagini, alcune di esse si possono ingrandire in formato 700 x 525 (DIMENSIONE CIRCA 90 KB) |
1. (Definizione di dosso). Il Codice Strada (D.L 285/1992), all’Art. 3, (Definizioni), comma 41, definisce il dosso: “RACCORDO CONVESSO (dosso): raccordo tra due livellette contigue di diversa pendenza che si intersecano al di sopra della superficie stradale. Tratto di strada con andamento longitudinale convesso”. Qualcuno sostiene, anche tra gli "esperti" del Ministero delle Infrastrutture, che i passaggi pedonali rialzati non siano dei dossi, e quindi non si applichi la normativa sui dossi prevista dal Regolamento di Attuazione del Codice della Strada (ex art. 179 DPR 495/1992, vedi dopo). In realtà tali opere, nella misura in cui modificano il profilo verticale della carreggiata, creano artificialmente un andamento longitudinale convesso. E soprattutto, mentre per i dossi esiste un minimo di normativa in Italia, sarebbe completamente privo di normativa il trattamento di un passaggio pedonale rialzato, che pur avendo le caratteristiche di un dosso non ne dovesse rispettare le limitazioni. Ogni ente, come di fatto succede in Italia, farebbe come crede, con risultati di un'anarchia e irresponsabilità nel trattamento delle strade, di fatto aumentando il rischio e l'insicurezza stradale per tutti gli utenti della strada. L’intervento
operato a Silvi, che rialza il piano stradale di 11 cm fino all’altezza
dei marciapiedi adiacenti, con due rampe di 3 m di estensione (pendenza
del 3,7 %), costituendo una sagoma a trapezio al di sopra del piano stradale,
con piattaforma di 5 m su cui è segnato il passaggio pedonale di
3 m di larghezza per circa 10,50 m di lunghezza, da marciapiede a marciapiede,
è
una variazione verticale della carreggiata con andamento longitudinale
convesso, ossia un dosso, a cui è associato un passaggio pedonale
(Fig. A1,
A2,
A14).
|
|||
![]() |
2. (Dossi artificiali).
Il Regolamento di Attuazione del Codice della Strada (DPR 495/1992, come modificato dal DPR 610/96) All’Art. 179. (Art. 42 Cod. Str.) prescrive per i rallentatori di velocità al comma 5: “I dossi artificiali possono essere posti in opera solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati, nei residences, ecc.; possono essere installati in serie e devono essere presegnalati. Ne è vietato l'impiego sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento”. Tale prescrizione è
contenuta anche nel Regolamento viario di Silvi, approvato dal comune (Tab.
9 e Par. 6.3.2 e 6.3.3)
|
|||
![]() |
3. (Caratteristiche
geometriche e costruttive).
Lo stesso Art. 179 del Regolamento
di attuazione del Codice, per i dossi realizzati in opera prescrive:
L’opera realizzata a Silvi
ha un’altezza rispetto al piano viabile di 11 cm (Fig. A13,
A14);
|
|||
IL
CONTESTO DEI LUOGHI
|
4. (Classifica della
strada)
La strada è classificata
Strada urbana di scorrimento dal vigente Piano urbano del traffico (D),
era classificata strada di quartiere dal Piano regolatore generale (E),
ma ha sicuramente un flusso di traffico almeno da strada interquartiere
(E1). Essa sopporta un carico di oltre 22.000 al giorno, che in estate
arrivano a superare i 30.000 ve/g.
E’ evidente che su questa
strada sono proibiti dal Regolamento del Codice della Strada variazioni
verticali della carreggiata che ostacolino il transito dei veicoli di soccorso
(in particolare ambulanze con feriti). La Tabella 9 del Regolamento Viario
comunale esclude ugualmente la realizzabilità di dossi su quella
strada (Tab. 9
Allegata).
|
|||
![]() |
5.
(rumore)
La realizzazione del dosso stesso, il tipo di materiali impiegati, l’adozione di bande di rallentamento ad effetto acustico a monte dell’intervento (Fig. A3 – A4) incrementano notevolmente il rumore prodotto dal traffico sulla strada. Si ricordano i limiti imposti dalla legge alle emissioni sonore in area urbana (DPCM 10 Marzo 1991, Vedi Tabella) |
|||
![]() |
6. (mancanza di visibilità
e percezione dell’opera)
La segnaletica verticale del dosso e del limite di velocità è poco visibile anche perché coperta dalla fila di parcheggi. La piattaforma stessa è poco visibile a causa del colore dei materiali impiegati. Le bande di rallentamento, mentre sono sicuramente rumorose non garantiscono una adeguata riduzione delle velocità (Fig. A3 – A6) |
|||
![]() |
7. (occupazione dei
marciapiedi)
Il CdS Art. 20, comma 3 prescrive:
|
|||
8. (mancanza di visibilità
dei pedoni sull’attraversamento)
In aggiunta, proprio in corrispondenza
dell’attraversamento pedonale sono particolarmente carenti le condizioni
di visibilità reciproca tra pedoni ed automobilisti (Fig.
A9,
A10).
|
||||
9. (falso senso di sicurezza)
In queste condizioni, il
passaggio pedonale rialzato al livello del marciapiede dà ai pedoni
un falso senso di sicurezza. Mentre nulla aggiunge al diritto alla precedenza
e alla funzionalità di un normale passaggio pedonale dotato di scivoli,
riduce l’allerta necessaria nell’attraversamento della carreggiata veicolare,
soprattutto per i bambini e le persone che corrono alla fermata dell’autobus.
|
||||
![]() |
10. (volume di traffico
e danni alla carreggiata)
Il volume di traffico sulla
strada statale, di oltre 22.000 veicoli/giorno ed il tipo di materiale
impiegato (pietra e porfido in blocchetti) rendono l’opera inadatta a sostenere
i notevoli carichi dinamici sulle aree di circolazione dei veicoli. Già
poco tempo dopo l’inaugurazione l’opera mostra i segni del cedimento disuniforme,
dello sbriciolamento e dissesto della pavimentazione discontinua. C’è
il rischio reale del lancio di pezzi della pavimentazione ad opera dei
veicoli in corsa, oltre alla certezza degli alti costi di manutenzione
dell’opera nel corso del tempo (Fig. A15,
A16,
A17)
|
|||
![]() |
11. (perdita di controllo
dei veicoli).
I segni lasciati dai veicoli sulla carreggiata sono testimonianza di una inadeguatezza dell’opera. Le tracce delle frenate sulla pavimentazione testimoniano una scarsa percepibilità dell’opera e l’effetto sorpresa per gli automobilisti. Le scarificazioni della carreggiata a valle del dosso indicano l’effetto di lancio verticale delle rampe del dosso, anche se con modesta pendenza, ma amplificate dalla velocità reale dei veicoli in quel tratto di strada. L’opera mentre nulla aggiunge alla sicurezza dei pedoni, potrebbe rivelarsi pericolosa per la sicurezza della guida, riducendo la controllabilità del veicolo a causa della presenza del dosso e della pavimentazione dissestata. (Fig. A18, A19, A20)
|
|||
|
|
|||
CONCLUSIONI |
2. Anche nel caso si volesse adottare una soluzione a piattaforma rialzata su una strada principale, le caratteristiche geometriche (altezza eccessiva), costruttive (tipologia dei materiali impiegati), di visibilità (colore, segnaletica e visibilità del dispositivo), ne escludono l’impiego con le caratteristiche adottate. 3. Ragioni prevalenti di sicurezza stradale, sia per i veicoli (perdita di controllo ed effetto rampa del dispositivo alle velocità effettive del traffico) sia soprattutto per pedoni e utenti deboli della strada (occupazione dei percorsi pedonali, scarsa visibilità dei pedoni, falso senso di sicurezza, lunghezza eccessiva dell’attraversamento, rumore) fanno del dispositivo una fonte di pericolo e rischio oggettivo per la sicurezza stradale. 4. Altre soluzioni, efficaci, economiche e sicure esistono per garantire la tutela degli utenti deboli della strada, la moderazione del traffico e la qualità dell’intorno urbano. Il Piano Urbano del Traffico adottato dal Comune, fornisce già delle indicazioni progettuali sul tema. Altre soluzioni possono essere studiate con una progettazione accurata dell’intervento. Il sottoscritto intende collaborare con l’Amministrazione Comunale per la ricerca della soluzione migliore al problema, garantendo qualità, correttezza e affidabilità dell’intervento, e la sicurezza di tutti gli utenti della strada. 5.
Prima che un incidente trasformi il rischio in sinistro e prima che l’ammaloramento
dei materiali crei danni maggiori alle persone e alle cose è opportuna
la rimozione del dispositivo, o la sua sostituzione con una più
idonea e sicura sistemazione.
|
|||
|
|
|||
. | ||||
![]() |
![]() Documentazione completa, con immagini e disegni zoomabili, di grande formato, testi indicizzati, linkati e completi, sono disponibili sui CD ROM dell'Archivio Webstrade (Modulo di richiesta) |
![]() RASSEGNA
STAMPA
|
![]() Schede
Progetto
|
|
Documentazione
dell'Archivio Webstrade
CD ROM 4 (Indici on line) |
.
. |
SOLUZIONI
ALTERNATIVE |